Prodotti, Storie di GHUSTO

Tre fratelli e una cantina scavata nella roccia: i vini Kovač del Carso

Ci sono storie in cui ti imbatti per caso e che ti restano impresse, perché hanno qualcosa di particolare, di speciale. Come quella di Ivan, Robert e Andrej Kovač, tre fratelli che hanno deciso di fare vino su una terra che sembra progettata per scoraggiarti: il Carso goriziano.

Stiamo parlando di un posto dove il terreno è fatto al 70% di sassi, dove scavare significa scontrarsi con la roccia calcarea dopo pochi centimetri. Un posto dove la storia ha giocato scherzi incredibili: i nonni paterni dei Kovač sono nati sudditi dell’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria, hanno vissuto sotto Vittorio Emanuele III e sono morti cittadini italiani. I nonni materni hanno fatto un percorso ancora più assurdo: austro-ungarici, poi italiani, poi jugoslavi, infine sloveni. Tutto questo senza mai cambiare casa, in paesi distanti dieci chilometri.

Un territorio che non fa sconti

Siamo a Doberdò del Lago, in provincia di Gorizia: duemila abitanti scarsi, due chilometri dal confine sloveno. Una terra fatta di contrasti: ferro e calcare che si sono stratificati per millenni come in un libro di geologia a cielo aperto. Il tipo di posto dove se sbagli approccio, la natura ti manda a casa senza tanti complimenti.

I Kovač lo sanno bene. La loro famiglia era di fabbri – kovači in sloveno significa proprio questo – e quando nel 1934 piantarono la prima vigna non immaginavano che i loro nipoti avrebbero trasformato quella vigna in un’azienda, men che meno che avrebbero scavato una cantina direttamente nella roccia.

Una famiglia che funziona

Il trucco per non litigare quando sei in azienda con i tuoi fratelli? Ognuno ha il suo “territorio” e nessuno rompe le scatole all’altro. Ivan si occupa dei vigneti e conosce ogni pianta dei loro quattro ettari come se fosse una figlia. Robert vive in cantina e gestisce tutto quello che succede dopo la vendemmia. Andrej è quello che racconta al mondo cosa fanno.

Sotto l’occhio del padre e con madre e sorella che danno una mano, hanno costruito qualcosa che va ben oltre il vino: quindici ettari di agricoltura, allevamenti, agriturismo. Una piccola economia circolare che funziona perché tutti sanno cosa fare e quando farlo.

Dieci metri sotto terra

Ecco la parte che ci ha colpiti di più. Quando hanno deciso di costruire la cantina, invece di farla in superficie come tutti, hanno preso la scavatrice e hanno iniziato a scendere. Dieci metri nella roccia calcarea, fino a dove la macchina non riusciva più ad andare oltre.

Il risultato? Un ambiente sotterraneo dove la temperatura resta costante tra gli 8 e i 10 gradi tutto l’anno. Niente condizionatori, niente sprechi energetici. Solo la roccia che fa il suo lavoro e i vini che ne escono hanno una complessità di cui semplicemente non puoi accorgerti subito.

Quattro vini, un territorio

Dai quattro ettari vitati nascono 280 ettolitri all’anno di vini che rappresentano l’anima del Carso DOC:

Terrano: Quello che loro chiamano “vino sincero”. Se vi piacciono i rossi che non fanno compromessi, che hanno carattere e struttura, questo è casa vostra. È il Carso in bottiglia – duro, minerale, autentico.


Merlot: Qui succede una cosa interessante. Prendete un vitigno internazionale come il Merlot e trapiantatelo su questo terreno carsico. Quello che ne esce mantiene l’eleganza che conoscete ma acquisisce una mineralità che non troverete altrove.


Vitovska: Questo è il vino che ci ha fatto innamorare. Un vitigno autoctono che solo qui riesce a esprimere tutto il suo potenziale. Ogni sorso racconta la storia di questo territorio meglio di qualunque guida turistica.


Malvasia istriana: Il bianco perfetto per chi non ama i bianchi troppo impegnativi. Fresco, beverino, croccante. Il tipo di vino che funziona sia per l’aperitivo che per accompagnare il pesce.


Perché ci piacciono

I vini Kovač non sono perfetti nel senso classico del termine. Non sono levigati, non sono costruiti per piacere a tutti. Sono quello che sono: l’espressione diretta, genuina, di un territorio difficile, lavorato da una famiglia che ha capito come tirarne fuori il meglio senza forzare la mano.

In un mondo dove troppo spesso il vino diventa un prodotto industriale mascherato da artigianale, i Kovač fanno esattamente il contrario. Prendono una terra impossibile e la trasformano in qualcosa di unico, senza scorciatoie, senza trucchi.

È questo che ci piace di più di questi vini: l’onestà. Quando apri una bottiglia Kovač sai che stai bevendo il Carso, non un’interpretazione edulcorata per il mercato internazionale.

Come assaggiarli

Se siete in zona, Doberdò del Lago merita una deviazione. Degustare questi vini nella cantina sotterranea, circondati dalla roccia che li ha cresciuti, è un’esperienza che vale il viaggio.

Se invece volete portarvi a casa il Carso in un bicchiere, li trovate qui da noi. Perché è esattamente questo il tipo di produttori che cerchiamo: quelli che hanno una storia vera da raccontare, che non seguono le mode ma fanno quello in cui credono, che trasformano le difficoltà del loro territorio in punti di forza.

I Kovač sono la prova che quando sai quello che fai, anche i sassi possono diventare vino straordinario.