I taralli pugliesi: piccole delizie, grande tradizione

La storia dei taralli affonda le sue radici nella tradizione contadina pugliese, in un’epoca in cui nulla poteva essere sprecato. Nati probabilmente intorno al 1400, questi deliziosi anelli di pasta venivano creati dalle massaie utilizzando gli ingredienti più semplici e genuini quali farina, olio, sale e vino bianco. Il nome “tarallo” deriva probabilmente dal greco “daratos”, che significa “sorta di pane”, oppure dal latino “torrere”, che significa “tostare”, riferendosi al caratteristico processo di doppia cottura che rende questi snack così irresistibilmente croccanti.
La leggenda racconta che furono inizialmente pensati come modo per recuperare gli avanzi di pasta del pane, trasformando la necessità in quella che sarebbe diventata una delle più amate specialità pugliesi. Una curiosità storica li lega agli “ziazì”, i pellegrini che ancora oggi, a maggio e dicembre, giungono a Bari dalle regioni del Sud, in particolare da Abruzzo e Campania, per venerare San Nicola. I taralli erano i loro fedeli compagni di viaggio, un sostentamento prezioso durante il cammino.
La trasformazione del tarallo nel corso dei secoli è stata straordinaria. Da semplice alimento di sostentamento delle classi meno abbienti, si è evoluto fino a diventare un vero e proprio simbolo della gastronomia pugliese, apprezzato e ricercato in tutto il mondo. Una storia che racconta non solo l’evoluzione di un prodotto, ma anche il suo profondo legame con il territorio.
La ricerca dell’autenticità e della vera tradizione pugliese ha guidato GHUSTO nella scoperta di una piccola azienda artigiana di Rutigliano, che si distingue per il suo approccio rigoroso alla qualità e un processo produttivo che unisce tradizione e innovazione.
Il processo inizia con la scelta meticolosa delle materie prime. La pregiata farina Senatore Cappelli viene acquistata direttamente da agricoltori locali e sottoposta a un’accurata setacciatura per eliminare ogni impurità. Olio extravergine d’oliva di prima qualità e vino bianco locale completano la selezione degli ingredienti principali. Durante la fase di impastamento particolare attenzione viene dedicata al processo di idratazione, elemento fondamentale per ottenere la caratteristica friabilità dei taralli pugliesi. Una volta pronto, l’impasto viene versato nella tarallatrice per la lavorazione iniziale. È nella fase successiva della “stiratura”, svolta rigorosamente a mano, che emerge la vera anima artigianale della produzione. Il processo si completa con la bollitura, un passaggio cruciale che dura pochi minuti e precede la cottura finale in forno. È questa doppia cottura che conferisce al tarallo la sua inconfondibile croccantezza.
La creatività pugliese ha saputo interpretare questo prodotto tradizionale in mille modi diversi, creando varianti che soddisfano ogni palato. GHUSTO ne propone un’ampia gamma che spazia dai classici taralli della tradizione alle interpretazioni più innovative, come i profumati taralli ai semi di finocchio, i saporiti taralli alla cipolla, i rustici taralli ai cereali, i golosi taralli al calzone, gli originali taralli alla curcuma e pepe e i delicati taralli alla patata e rosmarino. Ogni variante racconta una sfaccettatura diversa della cucina pugliese.
I taralli pugliesi rappresentano molto più di un semplice snack. Sono un pezzo di storia viva, un simbolo di convivialità e un esempio di come la semplicità possa trasformarsi in eccellenza. Da umile cibo di recupero sono diventati ambasciatori di una tradizione gastronomica autentica e genuina. Che siano accompagnati da un calice di vino durante l’aperitivo o gustati come spuntino, continuano a raccontare una storia di tradizione e passione che si rinnova ad ogni morso.